sabato 30 luglio 2011

Vincenzo Galluzzo: il mare e i panorami siciliani

Galluzzo

Di Federica Pansadoro
Nato a Porto Empedocle, comune della provincia di Agrigento, in Sicilia, nel 1959, l’artista seguì la sua famiglia nelle trasferte tra Catania e Roma dove vive dal 1989. In cuor suo il Galluzzo ricorderà sempre la città natia tanto da rappresentarla nelle sue opere prime di pittura.
Caratteristica di Porto Empedocle è il mare, e proprio l’acqua o “Aqua” è la tematica principale del pittore. I colori quali l’azzurro, il bianco e il marrone spiccano nei suoi dipinti raffiguranti barche e panorami siculi.
L’espressione di un malinconico sentimento oltraggiato rappresenta la vera personalità dell’artista. I suoi colori inneggiano al mare, al cielo e all’universo.
Quasi un contemplare l’immenso, dovuto ad un credo religioso ereditato dalla propria famiglia. Grazie a questa caratteristica emergente, il Galluzzo riesce a esporre le sue opere pittoriche a New York nel 2001.
Proprio durante il primo decennio del 2000 raggiunge il successo come autore televisivo per la Rai, in programmi di intrattenimento quali “La vita in diretta “, “Cominciamo bene“ e “Unomattina”.
Continuando come autore e regista emergente, scopritore di talenti televisivi, Vincenzo Galluzzo vuole esprimere la sua arte anche nello scrivere creando un romanzo sullo stile del Gattopardo. È del 2009 l’opera prima scritta in lingua italiana, con sprazzi di dialetto siciliano, “Malaluna”. Questo libro ha avuto molto successo, difatti è stato presentato oltre che a Roma in Campidoglio, nelle maggiori librerie e circoli culturali di tutta Italia alla presenza di illustri nomi del mondo del giornalismo e della cultura. La trama molto profonda e variopinta porta ad una riflessione molteplice di vita e a soffermarsi su aspetti caratteristici colorati dalla quotidianità tipica della Sicilia odierna.

http://www.lottimista.com/2011/07/29/vincenzo-galluzzo-il-mare-e-i-panorami-siciliani/

mercoledì 27 luglio 2011

MILLE MIGLIA 2011

di Federica Pansadoro

Con la vittoria di Giordano Mozzi , imprenditore modenese , e di sua moglie Stefania Biacca , si è conclusa la gara automobilistica ,riservata alle macchine d’epoca ,tutte costruite tra il 1927 e il 1957, celebrata in tutto il mondo , la “ Mille Miglia ”. La famiglia Mozzi ha raggiunto il podio , li dove erano partiti , nella città di Brescia , dopo attraversato ben sette regioni italiane e 147 tra i luoghi più belli d Italia. La macchina da loro scelta è del 1933 , una Aston Martin Le Mans 1495 CC, che ad oggi ,ha ancora dimostrato di essere capace di gestire la gara egregiamente, anche dopo un attentissimo restauro .Al secondo posto si sono classificati l’equipaggio con Carlo e Bruno Ferrari padre e figlio di Brescia, a bordo della loro Bugatti Type 37 ,1496 CC ,datata 1927. L’evento iniziato alle ore 14 dell’ 11 maggio , ha fatto tappa a Roma nel pomeriggio di venerdì 13 , regalando alla popolazione capitolina uno spettacolo variopinto e rombante durante la sfilata delle macchine svoltasi nella serata , nel piazzale di Castel Sant’ Angelo. Anche molti personaggi della cultura e imprenditoria italiana ed internazionale  , sorseggiando un gustoso cocktail offerto dai numerosi sponsor della manifestazione , hanno atteso le macchine  proprio qui , nelle vicinanze di San Pietro , ma soprattutto i bambini curiosissimi di vedere i loro piloti preferiti alla guida dei meravigliosi esemplari storici. L ‘arrivo è stato anticipato da una sfilata di 100 Ferrari partite da Imola proprio per un tributo per le Mille Miglia. Nella mattinata seguente partenza per Buonconvento in provincia di Arezzo , sosta delle vetture , prima di arrivare a Bologna poi Modena ed infine in tarda serata a Brescia in viale Venezia. La premiazione si è svolta il giorno dopo . Tra gli equipaggi  partecipanti alla competizione, spiccano nomi noti ,come la giornalista Francesca Grimaldi conduttrice Rai del TG1, a bordo di una fiammante Porsche 356 Speedster 1600 del 1956 , vincitrice con la collega di “Quattroruote “ Laura Confalonieri della Coppa delle Dame , premio per l’equipaggio femminile che ha raggiunto la miglior posizione , l’attore Kaspar Capparoni  ,vincitore dell’ultima edizione della trasmissione televisiva “ Ballando sotto le Stelle”, il più volte campione di motociclismo Giacomo Agostini e dulcis in fundo l’inglese Rowan Atkinson meglio conosciuto come il nome di Mr Bean ,con una BMW Rodster  del 1939. Madalina Ghenea , splendida modella di 23 anni originaria di Slatina , in Romania, è stata scelta per fare da madrina a questa 35 esima edizione deliziando con la sua altezza e simpatia gli appassionati della gara. Unico neo di quest’anno, l’urto di 2 Ferrari nelle vicinanze di Modena  dove una ha investito due ragazze . Trasportate d’urgenza nel vicino ospedale di Baggiovara di Modena ,hanno riscontrato delle lesioni e fratture alle gambe.

La cronaca di quartiere

Santa Pudenziana, un gioiello nel rione Monti

Santa Pudenziana

La basilica, che sorge a Roma al confine tra i colli Viminale ed Esquilino, fu dedicata a Santa Pudenziana, donna venerabile appartenente alla famiglia degli Acilii Glabriones, sorella di Santa Prassede e figlia del senatore Pudente. Gli scavi effettuati sotto la basilica, ci aiutano a risalire a due antiche costruzioni, una del II secolo a.C. (età repubblicana) e l’altra risalente all’età imperiale. Gli storici dell’arte avanzano anche l’ipotesi che al posto dell’attuale chiesa fosse stato edificato un centro termale che, durante il pontificato di papa Silicio (ultimo quarto del IV secolo d.C.), sarebbe stato trasformato in basilica con portico.
La chiesa ebbe negli anni numerosi restauri, tra cui quello eseguito da Francesco Capriani detto il Volterra (1555-1559), mentre nel 1870, per volontà del cardinale Luciano Bonaparte, nipote di Napoleone, fu sistemata la facciata, creando l’accesso alla chiesa sulla via urbana. Il luogo sacro, in origine, era a tre navate; fu poi trasformato dal Volterra in un’unica navata. Il mosaico absidale, di età tardo imperiale, è l’opera romana musiva più antica fra tutte quelle sopravvissute, nonostante sia stato in parte asportato, sul lato destro, durante il restauro del 1588. Nella raffigurazione troviamo il Cristo in trono, circondato da dieci apostoli, Santa Prassede e Santa Pudenziana. Sullo sfondo la città di Gerusalemme.
Il Cristo è l’unico con l’aureola, è vestito d’oro, seduto su un trono con gemme incastonate e tiene in mano un codice recante la scritta Dominus Conservator Ecclesiae Pudentianae. Dietro di lui i quattro simboli degli evangelisti, rappresentati dal leone (San Marco), dal vitello (San Luca), dall’aquila (San Giovanni) e dall’uomo (San Matteo).
Oltre a questo mosaico, è da citare la cappella Caetani, edificata dal Volterra per volere del cardinale Enrico Caetani nel 1588, ma terminata dal Maderno. In essa sono conservati i monumenti funerari di due dei Caetani, Enrico e Filippo. Sono presenti anche qui dei mosaici disegnati da Federico Zuccari che ci mostrano Santa Prassede e Santa Pudenziana nell’atto di raccogliere il sangue dei martiri. La cupola fu invece affrescata dal Pomarancio, con figure di angeli e santi, dinnanzi a Cristo. L’oratorio della basilica riporta ancora opere musive risalenti alla fine dell’anno Mille, con scene sacre ed episodi della vita di Santa Pudenziana. La basilica, a causa dell’elevata presenza a Roma di emigrati dalle Filippine, è divenuta la chiesa nazionale di questo Paese asiatico. Nel 1991 il beato Giovanni Paolo II eresse la cappellania cattolica filippina nel luogo sacro, facendolo quindi divenire il maggior centro religioso di questa comunità.

http://www.lottimista.com/2011/05/11/santa-pudenziana-un-gioiello-nel-rione-monti/

Roma e l’antico: l’arte classica celebrata nel ’700

Roma e l'antico
di Federica Pansadoro
Il Museo Fondazione Roma a Palazzo Sciarra ospiterà ancora fino all’8 maggio 2011 la mostra “Roma e l’antico”, esposizione di quadri, busti e altri oggetti artistici provenienti dai maggiori musei romani e dal Louvre, dal museo archeologico di Madrid, dall’Hermitage di San Pietroburgo, solo per citarne alcuni. La mostra curata da Carolina Brook e Valter Curzi, vuole far emergere quanto nel ’700 si è desiderato conservare ed esaltare l’arte delle allora imponenti collezioni dedicate ai fasti della Roma antica. Nelle sette sessioni in cui i curatori hanno voluto dare al pubblico una panoramica della vita quotidiana del XVIII secolo, ci si immerge nell’arte creativa sviluppando un gusto retrò, ma tanto attuale in quei tempi. Ecco presentarsi agli occhi dei visitatori la ricostruzione virtuale della dimora di Nerone, la Domus Aurea. Il video in 3D,ideato dagli architetti Stefano Borghini e Raffaele Carlani, riporta ai nostri occhi le stanze più frequentate dalla famiglia di Nerone, sia della parte orientale sia di quella occidentale.
In un’altra sessione troviamo un susseguirsi di statue e busti come la Flora capitolina in marmo bianco della prima metà del II secolo D.C. prestata dai Musei Capitolini proprio per l’esposizione e rinvenuta nel 1744, e l’Eros, appartenente alla collezione di Ippolito D’Este.
Nella terza sessione, le creazioni artistiche provenienti dal Prado, come la Testa di Serapide e il busto di Ercole, e dal museo di Dresda (busto di Marco Aurelio) rendono onore al restauro effettuato nel corso degli anni. Ampio spazio è stato dedicato al ricordo le botteghe dove operavano due grandi maestri: Bartolomeo Cavaceppi e Giovanni Battista Piranesi. Del primo si potrà ammirare un gruppo di terracotte; del secondo, di cui si è scoperta l’attività anche mercantile, si potranno invece vedere vasi di marmo appartenenti ad una sua personale collezione.
In ultimo, tra le decorazioni di interni, spicca il Deser, centrotavola in marmo e pietre pregiate che riproduceva gli edifici romani in miniatura. Il Deser era appartenuto a Carlo IV di Spagna e fu realizzato da Luigi Valadier nel 1778. Tra i dipinti in mostra è di notevole rilevanza l’opera “Parnaso di Villa Albani” (1761) di Anton Raphael Mengs, prestato per l’occasione dal museo Hermitage di San Pietroburgo e “Paesaggio con veduta ideata di Roma”, spettacolare riproduzione del panorama romano nel secolo VIII, quadro prestato dalla Fondazione Roma. I dipinti “Venere e Adone” e “Amore Alato”, capolavori che chiudono la mostra, sono stati prodotti

http://www.lottimista.com/2011/05/06/roma-e-l%e2%80%99antico-larte-classica-celebrata-nel-700/

Vespa: 65 anni, ma non li dimostra

2011 Vespa LX Rosa Chic 125
di Federica Pansadoro
Il Palazzo della Civiltà Italiana – noto anche come Colosseo Quadrato – ha ospitato a Roma, il 1 aprile 2011, l’evento “Vespa 65″, organizzato per festeggiare il 65esimo compleanno del più famoso scooter della Piaggio. Tra luci psichedeliche e coriandoli esplosi in aria, si sono potuti ammirare alcuni esemplari coloratissimi della Vespa, in particolare il modello PX, quello più amato dal pubblico, tornato in produzione nella veste originale prodotta nell’ottobre 1977 e che ha venduto oltre 3 milioni di esemplari.
La linea è molto elegante, rispetta le normative antinquinamento Euro 3 ed è dotata di cambio manuale a quattro marce e una robusta scocca in acciaio. È disponibile nelle versioni 125 cc e 150 cc. Per ricordare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia è stato prodotto un modello di PX bianco con fregi tricolori. Anche il tipo LX ha avuto un enorme successo, nelle sue 3 versioni 50 cc, 125cc e 150 cc. La casa di Pontedera ha creato questa “Vespa” per un pubblico giovane attento alla facilità di guida e ai consumi ridotti.
Progettata per il pubblico femminile, la Vespa LX Special Color Romantica Rosa Chic è tutta color rosa, comprese le scritte e i bordi del sedile. Sono invece dedicati agli sportivi il modello GTS Super Sport e la Vespa S Sport, simboli di eleganza e, allo stesso tempo, di grinta nei colori “Grigio Titanio” e “Nero Abisso”. La serata è continuata tra musica e champagne, accompagnati da torte di panna montata e cioccolato per gli amanti dei dolci.
La festa è proseguita domenica 3 aprile sull’Aventino (uno dei più scenografici colli di Roma) dinnanzi il Vespa Store, con un corteo di Vespa che ha attraversato tutto il centro storico di Roma, fino a raggiungere piazza Garibaldi (sul Gianicolo, alle spalle di Trastevere) dove si è conclusa con un aperitivo offerto a tutti i partecipanti, alcuni provenienti da tutta Italia.
Ad oggi si contano circa 17 milioni di esemplari del celeberrimo scooter della Piaggio venduti in tutto il mondo: un fenomeno che non accenna a diminuire, dato che, nel 2010, in Italia ne sono state prodotte 135mila unità. Il progetto originale fu di Corradino d’Ascanio e il brevetto fu depositato a Firenze nell’aprile del 1946 subito dopo la seconda guerra mondiale. La Piaggio viene ad oggi considerata a livello globale una delle aziende leader italiane nel campo delle due ruote per lo styling, l’elettronica e l’affidabilità dei suoi mezzi.
http://www.lottimista.com/2011/04/05/vespa-65-anni-ma-non-li-dimostra/

La malinconia romantica di Tamara de Lempicka

Tamara de Lempicka


di Federica Pansadoro
Dall’11 marzo al 10 luglio 2011 il Vittoriano di Roma ospita l’esposizione delle opere della maggiore esponente della pittura decò: Tamara de Lempicka.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma, è stata curata da Gioia Mori, la storica d’arte che da anni si dedica ad approfondire il vissuto artistico della pittrice attraverso numerose ricerche sulle sue opere in tutto il mondo.
Ben 80 dipinti e 40 disegni corredati anche da 50 foto d’epoca descrivono il percorso della Lempicka dai primi anni Venti fino alla sua morte, avvenuta a causa di un’insufficienza cardiaca il 18 marzo 1980 a Cuernavaca, in Messico.
L’artista, di origine ebraica, nacque a Varsavia il 16 maggio 1898, ma fin da giovanissima iniziò a viaggiare e ad abitare in differenti città d’arte come Roma, Parigi ed infine San Pietroburgo dove conobbe l’avvocato Tadeusz Łempicki che sposò nel 1916. Da questo matrimonio nacque nel 1920 la figlia Kizette. Si trasferì di nuovo a Parigi, stavolta con la famiglia, per studiare pittura ed esporre le sue opere, che ebbero un immediato successo, al Salon d’Automne.
Dopo aver divorziato da Lempicki ed aver sposato il barone Raoul Kuffner, volle esportare la sua arte oltreoceano, a Beverly Hills (California), New York ed infine in Messico.
I suoi disegni raffigurano soggetti eleganti e particolarmente curati nel vestire, forme plastiche dal tratto deciso e ben definito, ma con una strana e sottile malinconia evidenziata dall’espressione e dal colore degli occhi. Il suo modo di esprimere la pittura in chiave a volte trasgressiva la portò ad un periodo di pesanti fallimenti, evidenziato dallo scarso successo della mostra alla Galleria Jolas di New York nel 1969.
Tra i quadri esposti vale la pena citare Portrait de Madame P (Ira Perrot), conosciuto per molto tempo solo attraverso antiche foto e ritrovato con il tempo in America, e le cinque figuro di nudo dedicate ad un’amica della Lempicka, Rafaela, riuniti tutti in una sala del Vittoriano.
Gli attori Jack Nicholson e Jessica Houston hanno voluto contribuire alla mostra prestando ben sette quadri delle collezioni personali provenienti dalle loro ville di Los Angeles in cui sono collocate opere di artisti del calibro di Picasso e Lichtenstein. L’evento sta ottenendo un successo inaspettato, di gran lunga superiore all’esposizione allestita nel 2006 presso Palazzo Reale a Milano.

http://www.lottimista.com/2011/05/25/la-malinconia-romantica-di-tamara-de-lempicka/

Se tu fossi qui: la verità è in grado di liberarci

Se tu fossi qui
di Federica Pansadoro
Nel suo romanzo, Se tu fossi qui (Cairo Editore, 2010), Maria Pia Ammirati, dirigente Rai TV e giornalista, ha voluto evidenziare l’importanza della famiglia e della conoscenza approfondita dell’essere umano, narrando una storia piena di sentimento e mistero che porterà il lettore ad un finale ricco di verità e di “liberazione” dalle paure quotidiane.
È la storia di Matteo, padre apparentemente felice di due bimbe e marito di Luisa, che rimane all’improvviso vedovo trovandosi sconfitto di fronte a se stesso e ad inaspettate scoperte riguardo al vissuto della moglie.
Luisa infatti aveva avuto in gioventù vari amori e, durante il matrimonio, un amore platonico per un vecchio medico pediatra che, a differenza di Matteo, era a conoscenza fin dai suoi primi sintomi della grave malattia che la avrebbe poi portata alla morte.
L’ improvvisa presa di coscienza del fatto di non essere mai stato in sintonia con sua moglie disorienta il protagonista del romanzo creandogli un disagio psicologico che poi sfocerà in una forma morbosa di gelosia nei confronti del pediatra, custode dei più riposti e profondi sentimenti di Luisa.
Questa tempesta nell’animo di Matteo viene efficacemente descritta con uno stile sobrio, schietto ed essenziale che ricorda quello del miglior Moravia. Il finale, dove emerge il contenuto più drammatico, invita a guardare la vita seguendo l’immagine di un largo fiume che spinge rottami e detriti verso il mare, trasmettendo speranza di rinnovamento.
L’esito è plasticamente rappresentato da Matteo che al mattino scende come di consueto al bar e consuma al banco il rituale cornetto con la marmellata. È l’inizio di un nuovo giorno e l’alba di una nuova vita.

http://www.lottimista.com/2011/07/20/se-tu-fossi-qui-la-verita-e-in-grado-di-liberarci/

Garfield, il supergatto

Garfield
di Federica Pansadoro
Dal 1 giugno possiamo tornare a divertirci al cinema con un simpatico amico, il gatto Garfield.
Il protagonista, assieme alla fidanzata Arlene, al cucciolo di cane Odie e al padrone Jon Arbuckle, si lancia in nuove ed emozionanti avventure.
Questo è il terzo film creato per il felino color arancio, tanto sornione e pigro, dedito alla vita comoda, che sorseggia fumanti caffè e mangia le sue adorate lasagne.
In questo capitolo della saga di Garfield, l’eroe Garzooka, suo alter-ego ed esponente della Pet force, un gruppo di valorosi supereroi, gli chiede aiuto nell’intento di salvarsi dalla cattiva Vetvix che minaccia di distruggere sia il mondo dei fumetti sia quello dei cartoni animati. Garzooka riuscirà a scappare dalla malvagità di Vetvix, portando con sé un cristallo portentoso. La perfida antagonista, però, riuscirà a trasformare i personaggi in zombie e Garfield, a questo punto, dovrà abbandonare il suo atteggiamento sornione per liberare l’umanità e neutralizzare la perfida rivale.
Rispetto ai primi due capitoli della serie, il film è più breve e realizzato in 3D. I colori utilizzati sono molto vivaci e, assieme alla trama, mantengono lo spettatore in una suspense avvincente.
Il regista Mark A.Z. Dippè ha voluto regalarci un prodotto dotato di una tecnologia molto semplice, utilizzando però suoni potenti e differenti da quelli tradizionali, oltre alla rivisitazione eccentrica di luoghi e situazioni della nostra vita quotidiana. In particolare, l’impostazione è pensata per una fascia di spettatori in età prescolare.
Ci attendiamo un altro strepitoso successo targato Medusa e ci auguriamo che proseguano ancora per molti altri film le avventure di Garfield e dei suoi amici.

http://www.lottimista.com/2011/06/20/garfield-il-supergatto/

Laure Amforta e il misterioso fascino dei fiori

Laure Amforta
di Federica Pansadoro
Pennellate di colore in una serata di primavera. Ecco come ci appare l’esposizione che la pittrice francese Laure Amforta ha dedicato ai suoi estimatori italiani presso la galleria d’arte di via Fontanella Borghese, 31 a Roma (fino al 26 giugno 2011).
Studiosa d’arte, ha appreso le tecniche che predilige nell’illustre Parsons Paris School of Design, dopo aver frequentato a lungo la scuola St.Martin di Londra. Originaria di Parigi, dove lavora e si perfeziona, Laure ha voluto dedicare questa serie di quadri al tema dei fiori. Peonie, tulipani e ranuncoli: ecco un valzer di petali delicatamente rappresentati sulle tele, profumato simbolo di vita e di pace, cosa che la pittrice ha spiegato durante una breve intervista. Ha dichiarato inoltre la sua passione per l’Italia e per l’arte italiana. Queste tele rimandano al mondo di Lewis Carrol, lo scrittore autore di Alice nel Paese delle Meraviglie.
L’artista ha sottolineato anche la sua passione per la ceramica: lavora la creta senza uso del tornio, modellandola totalmente a mano. Questa tecnica rende le sue opere vere e proprie sculture dai soggetti naturali, in particolare foglie di piante acquatiche e fiori, smaltandole spesso a spruzzo, privilegiando una ricca gamma di verdi, colori autunnali e diverse tonalità di bianco.
Dopo il mistero dei fiori è prevista una sua seconda mostra a Roma dedicata alla ceramica (presso la Galleria del Cortile in via del Babuino) e a dicembre a Parigi nel quartiere di Marais, dove ai fiori verranno affiancati alcuni oggetti di design di sua creazione.

http://www.lottimista.com/2011/06/07/laure-amforta-e-il-misterioso-fascino-dei-fiori/

Rosa Alberoni: Arianna sfida il destino

Arianna sfida il destino




di Federica Pansadoro

Dalla penna della scrittrice Rosa Alberoni, ecco giungerci “Arianna sfida il destino” (Rizzoli, 2011), romanzo storico corredato di avventurose vicende e meravigliose descrizioni di ambienti.
È la storia di Arianna, donna vissuta tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, quando la penisola italiana era occupata dalle armate napoleoniche. La rivoluzione francese era approdata al seguito delle baionette giacobine che dopo aver scacciato gli austriaci avevano aiutato Napoleone a creare in Lombardia e in tutto il Nord la Repubblica Cisalpina e nel Sud avevano eliminato i Borboni e fatto proprio il Regno di Napoli.
Arianna era nativa di una delle isole Tremiti, San Domino. Era di umili origini, ma di una sfolgorante bellezza. Aveva sposato Giulio, conte di Venosa, dal quale aveva avuto un figlio, Marco.
Il destino, però, le prospettava una vita diversa: Arianna non doveva trascorrere la sua vecchiaia con il marito accanto che morì durante la guerra. Il marchese Mario Russomanni, altro personaggio chiave del romanzo, aveva avuto in gioventù una simpatia amorosa per Arianna, ma era stato ostacolato dalla propria madre, donna Miranda che gli impose di convolare a nozze con Maria Luisa von Graffemberg, austriaca.
Tra le numerose amanti del marchese Russomanni spicca Elena, innamorata di Mario, ma di natura volubile.
In questo romanzo vengono spesso citati personaggi come Napoleone, il cardinale Ruffo e molti altri protagonisti dell’epoca. Dall’interessante lettura emergono, con evidenza e crudo realismo, episodi della guerra civile ed aneddoti ad essa connessi che coinvolgono sia Arianna sia Mario, quest’ultimo nella veste di generale delle truppe sanfediste del cardinale Ruffo, vittoriose sui francesi della repubblica partenopea.
Il sottile filo conduttore della trama è l’amore di Mario Russomanni per Arianna Venosa, che si concluderà con il loro matrimonio nell’isola di San Domino. Ebbene sì, come nelle favole a lieto fine è stato ancora una volta rispettato il detto latino amor omnia vincit. E tutti vissero felici e contenti

http://www.lottimista.com/2011/06/17/rosa-alberoni-arianna-sfida-il-destino/

Spoleto: una mostra fotografica su Giovanni Paolo II

Reuters Spoleto Giovanni Paolo II

di Federica Pansadoro
Nell’incantevole cornice del Battistero di Spoleto o Chiesa della Manna d’oro, l’arcidiocesi di Spoleto e Norcia con la collaborazione dell’agenzia fotografica Reuters hanno voluto allestire un omaggio alla figura del recente Papa Beato Giovanni Paolo II, con la mostra che raccoglie immagini e reliquie del pontefice.
L’esposizione, inaugurata il 7 maggio 2011, pochi giorni dopo la beatificazione, è stata ben studiata per ricordare i momenti più salienti della vita di Wojtyla, colti da professionisti dell’obbiettivo e ben collocati all’interno dello spazio espositivo.
Si riconoscono i numerosi viaggi, ma anche i momenti più dolorosi trascorsi, come l’ultima apparizione dalla finestra di Piazza San Pietro, prima di morire. Tra gli scatti più significativi troviamo quello in cui le personalità del mondo politico internazionale sono raccolte in ginocchio per pregare di fronte alla salma di Giovanni Paolo II: “ i grandi dinnanzi al Grande”.
L’agenzia ha voluto regalarci anche la visione degli ultimi comunicati stampa firmati da Joaquin Navarro Valls, l’allora direttore della Sala stampa della Santa Sede, e l’annuncio della morte del Papa, oltre ai biglietti aerei delle località da lui visitate in tutto il mondo.
La società Scrinium, fiduciaria dell’archivio segreto Vaticano, ha concesso come “Exemplaria Praetiosa” il Sigillo d’oro apposto sulla bolla di Indizione del Grande Giubileo dell’anno 2000.
Anche i pompieri di New York che avevano operato tra le macerie dell’11 settembre 2001 vollero omaggiare il beato con una croce composta di ferro ricavato dalle rovine di Ground Zero. Esposti inoltre casula e pallio, indossati per la cerimonia di chiusura del Giubileo del 2000, una mitria con ricamati i simboli dei quattro evangelisti, opera donata dal Monastero benedettino di Santa Maria di Rosano e due vesti talari, una bianca e una gialla. La mostra, curata Philip Pullella, giornalista e Capo Servizio per l’Italia e per il Vaticano della Reuters, rimarrà visibile al pubblico fino al 30 agosto 2011.


http://www.lottimista.com/2011/07/05/spoleto-una-mostra-fotografica-su-giovanni-paolo-ii/

Gli irripetibili anni 60 in mostra a Roma

Iripetibili anni 60
di Federica Pansadoro
Grande successo per la mostra dedicata agli anni 60, inaugurata a Roma il 9 maggio 2011. Le opere, circa 170 tra dipinti e sculture, saranno ospitate fino al 31 luglio 2011 dalle prestigiose sale del Museo Fondazione Roma a Palazzo Cipolla.
Si evidenzia il percorso artistico di nomi illustri (avvenuto tra la fine degli anni 50 e l’inizio dei ’70) e la collaborazione tra la capitale con la multiculturale Milano. L’esposizione è stata curata da Luca Massimo Barbero, direttore del museo M.A.C.RO. di Roma.
Il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele F.M. Emanuele nel comunicato stampa ha voluto evidenziare il cambiamento culturale, in senso artistico, avvenuto in quegli anni. Infatti fu dato ampio spazio ai laboratori e ai gruppi sperimentali proprio in quella società dove l’evoluzione economica aveva preso piede. Se Roma era considerata il fulcro della scena artistica nazionale, Milano aveva ottenuto l’appellativo di capitale dell’arte internazionale d’avanguardia. Giorgio Marconi, gallerista, nel 1965, propose il suo studio come luogo d’incontro di amanti e personalità interessati all’arte.
La mostra è stata suddivisa in quattro sezioni. La prima, dedicata alla monocromia e astrazione, approfondisce la figura di Lucio Fontana, pittore e scultore italiano nato in Argentina, sostenitore del movimento spazialista. Inoltre si evidenzia anche quella di Yves Klein, francese di Nizza, esponente del Dadaismo e per alcuni critici legato al Nouveau Realisme. La seconda parte è interamente costruita per studiare la Pop Art, usufruendo delle opere di Hockney, ne troviamo difatti ben quattro esposte, due delle quali provenienti dal museo di Madrid, Thyssen Bornemisza e alcune del ciclo “tutte stelle “ di Mario Schifano.
Continuando si osserva nella terza parte l’internazionalità scelta per quel periodo, preferendo maestri come Peter Blake e Hamilton per la Pop Art, e Marcel Duchamp e Man Ray per il Dadaismo e Surrealismo. Anche le novità per l’epoca, nel campo della scultura, sono state raccolte in questa sezione rappresentate dalla Colonna vertebrale di Scanavino, opera di oltre tre metri. L’ultima parte ci presenta la scelta di nuovi materiali e modi nuovi di comunicare attraverso l’arte, come le opere di Arnaldo e Gio’ Pomodoro e di Gianni Dova. Si potrà visitare l’intera mostra fino al 31 luglio. Il 7 settembre, le opere verranno trasferite a Milano presso il Palazzo Reale e saranno visibili fino al 20 novembre 2011.


http://www.lottimista.com/2011/07/12/gli-irripetibili-anni-60-in-mostra-a-roma/

Teatro d’impresa, per manager alla ribalta

Teatro d'impresa

di FP
Attrice e attualmente direttrice artistica del “Teatro dell’Eco”, la triestina Daunia Del Ben ci ha voluto regalare in questi giorni, presso lo “Spazio Informale di Roma” in via dei Cerchi 75 , un assaggio di un nuovo modello di teatro d’impresa, basato sulle sue esperienze e sugli approfondimenti effettuati in questi anni.
Laureata in scienze delle comunicazione, la Del Ben ha dato un taglio internazionale alle sue conoscenze, trasferendosi in Francia e poi in California (Usa), dove ha sostenuto l’idea di un nuovo sistema sperimentale di selezione del personale attraverso il Teatro d’Impresa. I punti focali trattati sono la comunicazione interna, dove il teatro diviene uno strumento di formazione; la comunicazione esterna, che si avvale sulla pubblicità di enti e aziende; la comunicazione integrata, che spiega gli strumenti di marketing e promozione d’ immagine; la comunicazione sociale/istituzionale, una sorta di termine di paragone con cui rapportarsi.
L’arte nella forma del teatro, come strumento formativo per i business manager di oggi, può solo facilitarne le capacità e l’inventiva, usando una ben nota realtà sensibile e creativa che appartiene in particolare agli artisti.
L’attrice, durante lo spettacolo, proprio per far capire meglio il concetto di teatro d’impresa, ha voluto interagire con il pubblico, coinvolgendolo in diverse situazioni atte a far emergere un leader, poi premiato con una bella cravatta di seta.
È stata presentata una nuova forma di spettacolo, che ha come obiettivo quello di portare la performance al massimo, sotto tutti i punti di vista.

http://www.lottimista.com/2011/07/26/teatro-dimpresa-per-manager-alla-ribalta/

Giulio Cybeo, l’artista che non amava mostrarsi

Giulio Cybeo
Il pittore Cybeo nacque a Genzano di Roma nel 1911, da nobile famiglia di origine toscana (Massa), trascorse la sua infanzia studiando nei collegi salesiani. Figlio unico, era solito impegnare il suo tempo seguendo le lezioni di catechismo, partecipando attivamente alla vita parrocchiale e disegnando fiori e paesaggi di campagne vicino Roma. Si ispirò in particolare alla sua terra natia, accennando spesso nei suoi quadri alla famosa “infiorata”, evento annuale che risale al 1778, celebrato ancora oggi in occasione della festa del Corpus Domini.
Era conosciuto in tutto il mondo per la particolarità di riprodurre lungo la strada del paese (via Sforza, ora via Bruno Buozzi), un tappeto composto da fiori di diverse specie e colori, a rappresentare soggetti sacri ed omaggi ad esponenti di vari campi artistici. I bambini, ancora oggi, al termine delle celebrazioni, usano scomporre il tappeto facendo volare i petali da ogni parte.
Cybeo era una persona molto riservata, non amava mostrare i suoi quadri. Difficilmente partecipava a mostre e concorsi pittorici. Tra le sue opere “sacre”, da ricordare quelle sulla Madonna e i santi Antonio e Francesco.
All’età di trenta’anni si sposò con una giovane abruzzese e insieme decisero di stabilirsi a Roma nel quartiere Prati, dove l’ artista iniziò anche la carriera di ufficiale di Polizia di Stato. Nella capitale continuò a voler esprimere la sua forte fede cristiana partecipando attivamente alla vita parrocchiale nella Chiesa di S. Giuseppe al Trionfale. È della fine degli anni cinquanta il ritratto ad olio di papa Pio XII, attualmente esposto nella cappella del Liceo Lasalliano intitolato all’ omonimo pontefice.
Nel ventennio seguente, Cybeo preferì ancora dipingere fiori e soprattutto pensò di valorizzare i suoi quadri con preziose cornici d’epoca settecentesca, quasi a dare al proprio lavoro un gusto retrò. Negli anni ottanta seguirono tele dedicate all’ Abruzzo, in particolare ai paesaggi vicino al Parco nazionale della Maiella. Spaziò inoltre la sua creatività nel riprodurre bottiglie con conchiglie attaccate al vetro, servendosi di una propria tecnica che utilizzava il gesso con la paglia e collanti colorati per dare l’effetto di antico e di “bottiglia riemersa dai mari”. L’artista è mancato di recente all’ età di novantotto anni. Le sue ultime opere sono delle rappresentazioni della vita quotidiana e del proprio luogo di nascita, eseguiti su fogli A4 con matita e carboncino.

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