lunedì 24 ottobre 2011

Le sorelle Fontana: il vestito del cinema

Sorelle Fontana

di Federica Pansadoro
In concomitanza con l’imminente Festival Internazionale del Film di Roma e fino al 30 ottobre 2011 si potranno di nuovo ammirare le migliori creazioni dell’atelier delle sorelle Fontana, ideatrici di stile ed eleganza sin dal 1943.
Progettata dall’architetto Maria Grazia Perna, da Multimediagrandimmagini, in collaborazione con la Fondazione Micol Fontana, la mostra che si svolge all’Aranciera di San Sisto in via di Valle delle Camene 11 a Roma evidenzia tutto il percorso creativo offerto dalle tre sorelle (Micol, Zoe e Giovanna) che furono tra le prime ad offrire un prodotto oltre oceano, rendendo il Made in Italy di qualità famoso in tutto il mondo.
Le dive dell’epoca come Ava Gardner, che con il tempo divenne loro grande amica e Linda Christian che si fece confezionare il suo abito nuziale per il matrimonio con l’attore Tyrone Power, furono loro assidue clienti, per non dimenticare le principesse Soraya, Grace Kelly e Maria Pia di Savoia, vestite durante le più importanti occasioni con gli abiti dell’ atelier.
L’esposizione ospita oltre ad alcune stupende creazioni, anche del materiale fotografico, alcuni disegni di abiti e modellini, la rassegna stampa dell’epoca ricca di articoli sulla loro moda. La Fondazione ha cercato di valorizzare questo patrimonio artistico in quanto prezioso e di arricchimento per tutti noi.
L’Istituto Luce, come suo contributo, ha proposto un filmato composto sia da spezzoni di film realizzati tra gli anni 50 e 70, dove gli attori venivano vestiti con i costumi dell’atelier sia di interviste dei media di allora e in ultimo di passaggi della recente fiction TV che narra la storia della casa di moda. Alcune parti sono state fatte in bianco e nero, proprio per far rivivere l’epoca d’oro dell’atelier.

http://www.lottimista.com/2011/10/24/le-sorelle-fontana-il-vestito-del-cinema/

giovedì 20 ottobre 2011

Urologia moderna: intervista ad Alberto Pansadoro

Alberto-Pansadoro

di F. P.
Il Dott. Alberto Pansadoro, chirurgo urologo, Socio della Fondazione “Vincenzo Pansadoro” e Dirigente di I livello presso il Dipartimento di Chirurgia Robotica e Mini-invasiva dell’Ospedale S. Maria di Terni, illustra all’Ottimista le ultime tecniche applicate per la cura e la ricerca oncologica.
Dottore, ultimamente si parla molto di chirurgia laparoscopica e robotica in campo urologico, ci spieghi meglio.
“La laparoscopia è una tecnica che consente di effettuare un intervento tramite quattro-cinque piccoli fori praticati sull’addome del paziente. Attraverso questi si introducono un’ottica collegata ad una telecamera e gli altri strumenti necessari. Il chirurgo opera pertanto ad alto ingrandimento guardando in un monitor. Questo tipo di accesso consente di riprodurre gli stessi risultati oncologici e funzionali della chirurgia a cielo aperto, offrendo inoltre al paziente i vantaggi della mini-invasività: una breve degenza, un post-operatorio indolore ed una convalescenza agevole con un rapido ritorno alla vita quotidiana. La chirurgia robotica è un’ulteriore evoluzione della laparoscopia. Il chirurgo opera guardando immagini tridimensionali su un visore. I suoi movimenti sono mediati da un robot posto sul paziente che riproduce i gesti fedelmente ed in maniera molto più accurata. Questi sono stati grossi passi in avanti nella chirurgia urologica che hanno consentito al chirurgo di eseguire interventi migliori e più precisi con grandi benefici pure per il paziente”.
Quali sono gli strumenti più efficaci nella diagnosi delle neoplasie urologiche?
“Negli ultimi anni la diagnostica è andata migliorandosi sempre di più. Al momento l’integrazione di diversi esami diagnostici ci consente il più delle volte di eseguire una diagnosi differenziale: di distinguere cioè tra una malattia benigna ed una maligna. Per il rene abbiamo l’ecografia e la TC con mezzo di contrasto. Per la vescica: l’ecografia, la citologia urinaria la uretrocistoscopia e la TC con mezzo di contrasto. Per la prostata: l’esplorazione rettale, il dosaggio del PSA nel sangue, l’ecografia trans-rettale e la RM con bobina endorettale. Negli ultimi anni per la prostata è stato messo a punto un marcatore genetico la PCA3. Essa consente il più delle volte di distinguere tra patologia prostatica benigna e maligna”.
Si parla molto di prevenzione, cosa consiglia ?
“Non vi sono farmaci specifici per prevenire le patologie urologiche. In linea di massima un sano regime di vita associato ad una dieta equilibrata sono le indicazioni generiche. Assolutamente da sconsigliare è il fumo, poiché rappresenta uno dei fattori di rischio maggiori per le patologie maligne del rene e della vescica. In aggiunta una visita urologica annuale che comprende un’anamnesi accurata, un esame obiettivo, l’esplorazione rettale, il dosaggio del PSA ematico e possibili ulteriori esami che lo specialista ritiene opportuno richiedere”.

http://www.lottimista.com/2011/10/19/urologia-moderna-intervista-ad-alberto-pansadoro/

mercoledì 19 ottobre 2011

Gulay Alpay e i colori dell’arte turca

Gulay Alpay


Grande festa per l’inaugurazione della mostra di Gulay Alpay, pittrice turca di Istanbul, ospitata nella Galleria Archè di Stefano Minutillo Turtur in via del Pellegrino 59 a Roma, e curata dalla storica d’arte Sveva Manfredi Zavaglia.
Simpatica ed estroversa, Gulay ha voluto rendere omaggio alla propria terra natia con dei soggetti variopinti che non solo ricordano l’astrattismo di Vassily Kandinsky, ma spingono chi li ammira a far emergere quella vitalità che a volte giace nascosta nell’uomo.
Gli esemplari in esposizione sono circa venti tra dipinti su tela e opere su seta. Inoltre si cerca di interagire con i visitatori creando una sorta di box, chiamato Dream Box 5D dove chi vuole può lasciare un proprio pensiero o una propria fantasia, utilizzando lo spray o il classico pennello.
In diverse opere ricorre la parola “amore”. Su questo sentimento, tanto caro a John Lennon e Yoko Ono, si manifesta la pittura dell’artista, così da trasmetterlo all’intero globo.
Laureata all’Istituto di Belle Arti di Istanbul nel 1989, Gulay inizia ad esporre in Turchia e Canada, fino ad arrivare con il passare degli anni in Germania, California e nel 2009 a New York. Ora per gli appassionati è possibile ammirare le sue opere fino al 29 ottobre 2011.

http://www.lottimista.com/2011/10/19/gulay-alpay-e-i-colori-dellarte-turca/

venerdì 14 ottobre 2011

Un sms al 45505 contro la distrofia muscolare

di Federica Pansadoro


Sms solidale


Nel 1955 il giovane Dino Ferrari, figlio dell’Ingegner Enzo, cadde ammalato di distrofia muscolare di Duchenne e morì dopo 12 mesi, all’età di 24 anni. Nessuno era a conoscenza della malattia e delle dolorose conseguenze che avrebbe portato. Egli sognava di vedere il figlio a capo dell’azienda di famiglia, ma non gli fu possibile realizzare il suo sogno.
Durante gli anni successivi Ferrari fondò l’associazione “Amici del Centro Dino Ferrari” (vai al sito internet) per aiutare la ricerca contro la distrofia muscolare.
Nel 1978 iniziò la raccolta fondi per le attività del “Centro” che ancora oggi si occupa della ricerca clinica e scientifica nel campo delle distrofie e delle malattie neurodegenerative.
Lo staff di 80 fra medici e ricercatori è dotato di macchine per la diagnosi all’avanguardia.
In questi giorni è stata annunciata una nuova raccolta fondi attraverso l’invio, fino al 30 ottobre 2011, di un sms da 2 euro al numero telefonico 45505.
Si potrà dare così un po’ di speranza a tante famiglie che aspettano di vedere i propri figli guariti dal male.






http://www.lottimista.com/2011/10/14/un-sms-al-45505-contro-la-distrofia-muscolare/

lunedì 10 ottobre 2011

BPD, l’impresa che guardava al futuro

Parodi Delfino


di Federica Pansadoro
A Roma, nella suggestiva sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, il 28 settembre 2011 si è celebrata l’impresa di ieri e la storia di un grande italiano, con un occhio anche al futuro, nel solco della tradizione. Leopoldo Parodi Delfino, il Senatore di ferro e la B.P.D. (Talete editore, euro 25), è il saggio, presentato a Palazzo Giustiniani, in cui l’autrice, Antonella De Orleans-Borbon, ripercorre una pagina gloriosa della nostra economia. In un’epoca di crisi e smarrimento (basta vedere cosa sta accadendo in questi giorni con le diatribe tra Fiat e Confindustria), imprenditori, manager e politici dalla lunga storia familiare hanno portato uno straordinario contributo di esperienza da rivalutare e riconoscere come esempio per il presente.
Il saggio racconta lo sviluppo della società B.P.D., azienda che operava principalmente nel settore chimico e che il senatore fondò con Giovanni Bombrini, imprenditore e politico, anch’egli senatore durante la XVII legislatura del Regno d’Italia. Laureato in ingegneria industriale, Parodi Delfino nacque a Milano nel 1875, ma più tardi si trasferì a Roma e nelle vicinanze di Colleferro, esattamente nel 1912, volle fondare la B.D.P. che all’inizio produsse polvere da sparo e mezzi esplosivi poi dopo la guerra volle estendere il fatturato alla creazione di determinati tipi di cemento e concime. Nel 1938 ci fu una forte esplosione in una fabbrica della B.D.P. che causò la morte di 60 persone. In seguito la produzione si estese anche all’imprenditoria tessile e meccanica.
Il senatore Parodi Delfino, morì il 3 novembre 1945 nella sua casa di Arcinazzo, cittadina nelle vicinanze di Roma e venne sepolto accanto a due dei suoi figli, morti anni prima nei pressi della via Salaria per un incidente aereo. Il destino della B.D.P. passò in mano ai suoi eredi che nel 1968 decisero di inglobarla alla SNIA viscosa di Milano ed in seguito venne acquistata dalla Fiat nel 1980. Tra gli illustri manager che si formarono in BDP figurano Mario Schimberni, Cesare Romiti, Giancarlo Elia Valori; questi ultimi sono stati relatori e testimoni diretti, durante la presentazione del libro, di un impegno che ha portato la BDP a diventare un’industria non solo con un grande fatturato ma anche un luogo di sperimentazione delle più innovative tecnologie dell’epoca.

http://www.lottimista.com/2011/10/07/bpd-l’impresa-che-guardava-al-futuro/

Caravaggio: in mostra i dipinti della Cappella Contarelli

Caravaggio - Cappella Contarelli


di Federica Pansadoro
Fino al 15 ottobre 2011 sarà possibile visitare la mostra ideata da Rossella Vodret, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Entnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, e curata da Marco Cardinali e Maria Beatrice De Ruggieri. Con questa esposizione si vuole evidenziare gli studi fatti sui tre dipinti di Caravaggio situati nella quinta cappella della navata di sinistra all’interno della Chiesa di San Luigi dei Francesi.
La mostra, che viene ospitata a Roma nell’ex Refettorio di Palazzo Venezia, approfondisce le opere attraverso delle radiografie su supporto digitale, riflettografia infrarossa e analisi delle fluorescenza dei raggi X (XRF), attraverso le quali si è scoperto, tra le altre cose, che sotto il Martirio di San Matteo era stata dipinta altra versione completamente differente dall’attuale. Con un video gli esperti analizzano tutte e tre le opere, soffermandosi anche sull’attuale loro condizione di conservazione, difatti hanno voluto proporre al pubblico l’illustre intervento della direttrice dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro, Gisella Capponi.
Le riproduzioni ad alta definizione dei dipinti, permettono allo spettatore di cogliere ogni minimo dettaglio che, ad occhio nudo e utilizzando la poca luce della cappella, non verrebbe evidenziato. L’esposizione è stata progettata nell’ambito delle celebrazioni dei 400 anni della morte del Caravaggio.

http://www.lottimista.com/2011/10/10/caravaggio-in-mostra-i-dipinti-della-cappella-contarelli/

giovedì 6 ottobre 2011

Vanitas in mostra

di Federica Pansadoro

Sta avendo grande successo tanto da essere stata prorogata fino all’8 gennaio 2012,  la mostra, realizzata a Palazzo Doria Pamphilj, via del Corso 305 a Roma, dedicata alla “Vanitas” nelle opere di Guercino, Caravaggio, Mattia Preti, Andrea Sacchi, Lorenzo Lotto e lo spagnolo Jusepe De Ribera. Articolata in ben cinque sale del palazzo, l’ esposizione curata da Francesca Sinagra e ideata da Massimiliano Floridi, ha voluto mettere in risalto, il concetto di vanitas nei dipinti, evidenziando la caducità della vita attraverso figure simboliche studiate da grandi artisti. Nel approfondire il percorso è stata voluta come guida la voce di un attore che impersona il Cardinale Benedetto Pamphilj, mecenate di tanti giovani artisti, musicisti e poeti accompagnata da arie che i più importanti artisti tra cui Handel, hanno creato per lo stesso porporato. La raccolta, che fa parte delle opere collezionate durante tutti questi anni dalla nobile famiglia italiana, e proposta dalla società di arte, presieduta dalla principessa Gesine Doria Pamphilj , è stata suddivisa in quattro sessioni. Nella prima sezione si è voluto dare spazio alla natura morta, difatti sono state scelte opere dipinte sia da Hermans Johannes Monsù Aur che da Giovanni Stanchi. Continuando il percorso si affronta il tema della Vanitas in campo sacro, difatti hanno voluto scegliere le figure di Santa Maria Maddalena e di San Girolamo, raffigurati sia da Caravaggio sia da Guercino, Mattia Preti, Rubens  ma anche da Lorenzo Lotto,  per affrontare questo tema. Il terzo argomento affrontato è il ritratto, anche qui i protagonisti vengono evidenziati con accanto figure allegoriche come testi, sarcofagi e orologi. Questi ultimi li troveremo insieme a: stampe e libri antichi, la maschera funeraria di san Filippo Neri e a tanti altri oggetti appartenuti al cardinale, nell’ultima sala  della mostra. Un meraviglioso tour artistico questo,da non perdere !  

San Giuseppe al Trionfale

La basilica minore di San Giuseppe al Trionfale, chiesa parrocchiale, venne progettata nel 1909, su richiesta di don Luigi Guanella, per farne un importante luogo di culto per il quartiere Trionfale. Avendo raccolto attraverso diversi benefattori una ingente somma di denaro e avendo oltretutto l’appoggio dell’allora papa, Pio X,  iniziò da subito i lavori. Fu aperta ai fedeli il 24 maggio 1912.  L’edificio che appartiene all’attuale  municipio XVII, sorge su di un territorio che era stato desunto da quello della parrocchia di S. Maria del Rosario a Monte Mario, in seguito trasferita in via Germanico, ai Prati di Castello. Accanto alla Chiesa decisero in seguito, di costruire la residenza di San Giuseppe, la più importante scuola per  infermieri gestita da religiosi ora sede di una clinica.

La facciata della basilica in marmo bianco e beige, presenta una struttura divisa in due parti con una trifora centrale sormontata da festoni. Progettata da Aristide Leonori, che trasse ispirazione dalla maestosa architettura di Donato di Angelo di Pascuccio detto il Bramante, è caratterizzata da tre entrate, due laterali e una principale, aventi, poste al di sopra, lunette che ospitano mosaici dello Studio  musivo Vaticano, datati 1937. Le porte della basilica sono in legno massiccio. Entrando osserviamo la suddivisione interna in tre navate, e la presenza di imponenti colonne in granito.

Ampie vetrate poste sulle finestre, sulle quali sono state raffigurate scene di vita di San Giuseppe.

L’abside invece è stato arricchito con dei  mosaici raffiguranti il “transito di S. Giuseppe”, la “natività” e lo ” sposalizio”. Il soffitto della chiesa fu decorato finemente ed è a cassettoni. Quattro cappelle furono costruite per onorare Papa Pio X, il Sacro Cuore di Gesù , la Madonna della Divina Provvidenza e il Beato Don Guanella. Da rilevare il campanile con otto campane in Mi naturale fuse dalla fonderia Bianchi che oltre a suonare a distesa , per ben tre volte al giorno suonano tre melodie differenti secondo il periodo liturgico. Ogni  anno, il 19 marzo, nella chiesa viene celebrata la festa di San Giuseppe , festa anche dei papà e la parrocchia raccoglie i fedeli in una processione dove la statua del Santo viene portata a spalla per le strade limitrofe, permettendo a tutti di onorarla. A seguito della processione viene effettuata nell’oratorio della parrocchia una pesca di beneficenza .

Hinterland, il gelato “di-vino”

Hinterland - Gelati Frascati
Il gelato, una delle più gustose eccellenze del made in Italy, è stato protagonista di un’insolita manifestazione. A Frascati, tempio dell’enogastronomia dei Castelli Romani, per la precisione nella frazione di Cocciano, si è pensato ad una giornata per presentare questo delizioso alimento in una veste un po’ insolita: guarnito con dei vini.
La gelateria Hinterland ha quindi voluto omaggiare i propri clienti con degli assaggi di gelato artigianale proposto in tanti gusti. Ecco “sfilare” i gusti di frutta come la pera abbinata al mosto, oppure i sorbetti di pesche e vino o di fragoline e cannellino; fino a passare al vino locale, il Frascati superiore, che deliziosamente si sposa con la mela verde e con i pistacchi a base di latte.
Colori, sapori, un ottimo risultato che si unisce alla simpatia dell’ideatore, il signor Roberto Troiani, che fin dal 1989 ha prodotto gelati, utilizzando sempre elementi senza aggiunta di conservanti e coloranti. Troiani ha inoltre voluto rendere omaggio alle gesta degli antenati romani, dedicando un settore chiamato Antica Roma, dove vengono preparati alcuni gusti utilizzando ingredienti tipici come il miele e la cannella aggiunti al vino, cari soprattutto agli storici centurioni.
Durante la manifestazione si è dato ampio spazio all’internazionalità creando un sorbetto con il sakè, liquore tipico del Giappone, unito alla menta, al limone e alla scorza di arancia e con l’aggiunta di litchi chinensis, la tipica ciliegia cinese. La gelateria, aperta tutto l’anno propone anche i gusti tradizionali, e allora come non andare a provare queste squisitezze?

http://www.lottimista.com/2011/10/05/hinterland-il-gelato-%e2%80%9cdi-vino%e2%80%9d/