giovedì 29 dicembre 2011

BORGO SAN LAZZARO E LA SUA CHIESA

di Federica Pansadoro

Nelle vicinanze di Monte Mario, in luogo quasi nascosto sorge Borgo San Lazzaro, famoso in quel tempo ai  pellegrini ,che giungevano dalla Francia e dal Nord Europa e che sostavano nel borgo, in cerca di ristoro dopo il loro lungo viaggio. Per giungere a Roma, percorrevano la via Romea o Francesca, oggi conosciuta con il nome di via Francigena corrispondente in parte  alla via Cassia. All’epoca , il borgo era composto da una torretta di difesa , da una locanda gestita da vignaioli e fornaciai, e da una stazione postale. Per pregare era stata edificata nel 1118 sotto il pontificato di Gregorio VIII, una cappella  dedicata a Maria Maddalena, fortemente voluta da  un medico che, durante la sua missione ,fu colpito dalla lebbra ed in seguito guarì. Con il passare del tempo vi costruirono un lazzaretto e un luogo sacro detto appunto San Lazzaro dei lebbrosi . Con un documento datato 1278,  gli storici ci informano che la chiesa originariamente fu progettata ad un'unica navata ma dopo modificata assumendo un aspetto a tre navate . Dall’esterno si nota la sua struttura semplice, con il tetto a spioventi e una lastra di marmo posta sulla facciata lo stemma del Capitolo Vaticano .Nella parte alta un rosone e due finestre monofore . Nell’interno si evidenzia il soffitto ligneo con tracce di disegni geometrici, e sul muro dell’ altare maggiore resti di una scritta “ Salvator mundi salva nos ” con raffigurato Dio .Inoltre si rilevano 6 colonne con capitelli di stili differenti. Di qui il degrado sino al totale crollo del lazzaretto per via delle forti piogge . Durante il sacco di Roma del 1527 San Lazzaro  fu danneggiata gravemente e in seguito restaurata per divenire parrocchia filiale di San Pietro fino al 1828. Il pittore Achille Pinelli figlio del più famoso Bartolomeo,  nella sua ricca produzione di  acquerelli ( circa 200) propose un disegno con la facciata della chiesa, evidenziando  nella parte destra il campanile differente dall’attuale che ha una sola campana. La soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici del Comune di Roma tra gli anni 2002 e 2004 ha voluto restaurare la chiesa , cercando di impermeabilizzare il tetto e la pavimentazione , e riportando per quanto possibile agli antichi splendori,gli  affreschi del catino absidale dell’altare maggiore. Oggi la chiesa è aperta prevalentemente per la celebrazione di matrimoni e la domenica alle 1030 per la Santa Messa.
Edizione cartacea dicembre 2011 dell'Ottimista


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